Il caso dell’orsa Daniza ha scatenato un forte dibattito sulla convivenza tra uomini e i grandi predatori in Italia e negli altri paesi alpini.
L’orsa Daniza è diventata tristemente celebre quest’estate, dopo aver ferito un uomo, che l’ha sorpresa, da vicino, assieme ai cuccioli di 8 mesi, nei boschi del Pinzolo, in Trentino (IT) . A seguito dell’episodio l’Amministrazione Provinciale di Trento ne ha deliberato la cattura per captivazione, per motivi di sicurezza pubblica. Il 10 settembre l’orsa non è sopravvissuta alla narcosi che le è stata fatta per catturarla. L’orsa, di 19 anni, è stata reintrodotta nel 2000 nelle montagne del Trentino nel quadro di un progetto europeo denominato “ Life Ursus”. Da allora, nel corso degli anni ha dato alla luce 17 cuccioli. In totale sono tra i 40 e 49 gli orsi bruni presenti nell’area del Trentino e delle regioni adiacenti. Un successo dunque, almeno in termini biologici, del progetto.
Una convivenza tra uomini e predatori spesso conflittuale
Durante tutta l’estate il dibattito sul destino dell’orsa è stato molto acceso, sia sulla stampa che da parte dell’opinione pubblica e da parte delle organizzazioni specializzate. In Italia, c’è stata una mobilitazione senza precedenti sui social network a favore dell’orsa ( es. Io sto con Daniza – “ Je suis avec Daniza” vedi immagine). Il caso dell’orsa del Trentino mostra una volta di più come la coabitazione tra uomo e grandi predatori resta conflittuale e come la gestione di queste specie (orso, lupo, lince) nelle Alpi può comportare dei seri problemi su diversi aspetti.
Trovare insieme delle soluzioni
Il caso dell’orsa evidenzia ancora una volta quanto sia importante un lavoro congiunto tra le diverse aree protette, le istituzioni coinvolte sul tema e le associazioni specializzate per poter trovare insieme delle soluzioni alla problematica. Ciò tenendo presente che in una catena montuosa così densamente popolata come le Alpi è necessaria una gestione attiva dei grandi carnivori, avendo chiaro l’obiettivo di conservare delle popolazioni vitali di orso, lupo e lince.
In passato ALPARC ha già lavorato sul tema, all’interno del gruppo di lavoro “grandi predatori “ e resta disponibile ad oggi a continuare a lavorare ancora con le aree protette alpine per poter trovare insieme a queste delle soluzioni alla problematica della gestione dei grandi predatori e della loro coabitazione con l’uomo.
Inoltre da alcuni anni la Convenzione delle Alpi ha creato una “Piattaforma grandi predatori” con l’obiettivo di trovare soluzioni per una gestione concertata dei grandi predatori e degli ungulati selvatici, basato su un approccio integrato. La piattaforma non si limita a un'impostazione strettamente ecologica, ma si impegna a tenere conto equamente degli aspetti economici e sociali.
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